La creatività è stata da sempre considerata una prerogativa esclusivamente umana, tant’è che nella sua definizione spicca il ruolo dell’intelletto (secondo Treccani, la creatività è la “capacità di creare con l’intelletto”).
In effetti senza l’intuizione, il “guizzo” della persona, non si è mai ottenuto alcun progresso, alcuna evoluzione, alcuna innovazione.
Il panorama che osserviamo oggi non ci distoglie da questa convinzione: nonostante la trasformazione digitale abbia letteralmente travolto non solo stili di vita ed abitudini, ma anche rapporti e relazioni, siamo convinti che la componente umana sia e resti di fondamentale importanza in tutte le trasformazioni e implementazioni tecnologiche che ci coinvolgono.
Da una parte, infatti, la tecnologia ci consente di aprire nuovi mercati, di esplorare nuovi modi di esprimere la nostra creatività, ma anche di tutelare le opere che così vengono create: pensiamo alla blockchain, agli smart contract e, in particolare, agli NFT costruiti su di essa.
Dall’altra parte, forniscono un valido supporto all’intelligenza e alla creatività umane, pre-elaborando per noi alcuni contenuti (ma in modo molto più rapido, e con possibilità di accesso a informazioni in modo molto più esteso), consentendo di liberare spazio, tempo, risorse, impegno a favore di attività a più alto valore aggiunto. In questo caso, la mente non può che correre alle grandi potenzialità che offre lo sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale.
La Blockchain a servizio della creatività
La blockchain costituisce una tecnologia e quindi uno strumento molto valido per valorizzare la creatività.
Gli oggetti digitali, in generale, sono per loro natura fungibili (ossia interscambiabili) e replicabili astrattamente all’infinito.
La blockchain (Ethereum per prima), attraverso appositi protocolli e standard tecnici, consente però di creare i c.d. NFT – non fungible (non fungibili) token, che sono smart contract (ossia applicazioni distribuite in blockchain che permettono di eseguire, controllare o registrare, in modo automatico, eventi e azioni, nel rispetto delle disposizioni ricevute) in grado di implementare un certificato di autenticità e di proprietà associato a un certo bene digitale.
Chi acquista un’opera legata a un NFT, quindi, non acquista l’opera in sé, ma la possibilità di dimostrare un diritto di proprietà sull’opera, garantito tramite uno smart contract.
Questo sistema permette quindi di rendere un bene digitale (sia questo un testo, un file video o audio) “scarso”, se non addirittura unico (anziché replicabile infinitamente), aumentandone notevolmente il valore, anche economico.
L’autenticità dell’NFT è garantita grazie ai principi di decentramento, (s)fiducia e trasparenza che sono alla base della Blockchain: poiché le operazioni relative all’NFT sono validate e conservate su questa infrastruttura, esso è con certezza più che ragionevole direttamente ricollegato al suo proprietario.
Queste vicende hanno interessato soprattutto le professioni artistiche, che hanno visto aprirsi nuovi mercati e nuovi canali per ampliare le proprie relazioni e la propria visibilità, riscontrando così indubbi vantaggi sia dal punto di vista relazionale, sia dal punto di vista più squisitamente economico (dettato dalla scarsità/unicità dell’opera che l’NFT incarna), sia dal punto di vista reputazionale.
Le tecnologie appena descritte implicano, quindi, diversi e molteplici vantaggi nel settore artistico in generale: oltre che consentire di raggiungere il pubblico attraverso canali nuovi e innovativi rispetto a quelli tradizionali, permettono altresì di creare nuove opere, connotate del carattere di innovazione (basti pensare alla realizzazione di un dipinto interamente digitale, o, allo stesso modo, brani musicali). Insomma, l’impiego delle tecnologie abilitanti non sembra avere limiti in quanto a fantasia e creatività, sempre che il loro utilizzo avvenga in modo corretto e consapevole.
Intelligenza e Creatività Artificiale
Altra tecnologia che ci proietta verso il futuro è l’Intelligenza Artificiale: sistemi computazionali sempre più avanzati che si ispirano alla mente umana – in grado di pensare, agire, risolvere e creare – hanno e avranno impatto tanto notevole quanto evidente.
Tuttavia, in un’epoca come quella contemporanea dove la tecnologia ha un ruolo sempre più preponderante ed è ormai diventata parte integrante della vita umana, sorge la necessità di responsabilizzare il suo utilizzo. Questo principio vale in particolar modo in tema di Intelligenza Artificiale. A tal proposito, infatti, la strategia europea in tema di intelligenza artificiale incoraggia l’utilizzo di questi sistemi come strumento per le persone in un ambiente che sia al contempo “innovation-friendly” ma anche affidabile.
Questa prospettiva mette al centro ancora una volta la Persona: l’intelligenza artificiale deve rappresentare uno strumento di promozione del benessere dei cittadini e delle cittadine, attraverso lo sviluppo dei più diversi settori (per esempio sanità, educazione e sicurezza).
Ecco, quindi, che se l’intelligenza artificiale deve lavorare ed essere a disposizione delle persone, le persone devono essere messe nelle condizioni di fidarsi di tali sistemi, che devono, quindi, essere anche sostenibili, sicuri e affidabili.
In questa prospettiva si pone un tema di tutela della produzione delle opere intellettuali, oggetto di numerosi approfondimenti della EPO – European Patent Office (per esempio in tema brevettabilità o meno di opere realizzate da algorismi di intelligenza artificiale), dallo European Innovation Council (che insieme alla SMEs Executive Agency cura il servizio “European IP Helpdesk”) nonché della WIPO – World Intellettual Property Organisation.
In tutte queste sedi è emersa sempre più chiaramente la crescente importanza dei sistemi di intelligenza artificiale, approfondendo la possibilità di applicare concretamente in tale ambito le politiche in tema di proprietà intellettuale, così da incentivare innovazione e creatività, anche in ottica relazionale, avvertendosi da sempre più parti la necessità di instaurare un dialogo aperto e plurilaterale, per raggiungere la visione e la missione di un mondo dove le politiche di proprietà intellettuale supportino concretamente e con forza innovazione e creatività.
Se letto tutto in questa prospettiva, e mantenendo il baricentro sulla centralità dell’essere umano nello sviluppo e implementazione di qualsiasi tecnologia, compresi i sistemi di intelligenza artificiale e di machine learning, permetteremo a quest’ultima e a noi stessi di risolvere problemi concreti e di studiare, sulla base di tali problemi, soluzioni innovative.
Solo la creatività umana può consentire, sorretta dalla tecnologia, un continuo miglioramento, anche sociale, e una continua evoluzione positiva e innovativa.