In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale e sociale è al centro del dibattito globale, l’importanza della sostenibilità nelle imprese emerge come il leitmotiv che guida la via verso un futuro più resiliente e prospero. La sostenibilità non è più un’opzione, né tantomeno un hype destinato a scemare in breve tempo, bensì un imperativo etico e strategico per le imprese che ambiscono a una leadership a lungo termine.
Criteri ESG e Sustainable Development Goals
Al cuore di questo paradigma si trova l’approccio ESG, un insieme di criteri Ambientali, Sociali e di Governance, che delineano la bussola strategica per le aziende in un mondo sempre più interconnesso e attento.
La sostenibilità, in un’impresa, riguarda infatti tanto l’aspetto ecologico, quanto quello sociale, di governo della propria organizzazione e di gestione etica di tutte le risorse.
È diventata la pietra angolare su cui poggiano i successi e le aspirazioni delle aziende moderne. Gli investitori, i consumatori e gli stakeholder richiedono sempre più trasparenza e responsabilità, spingendo le imprese a valutare le proprie azioni non solamente dal punto di vista del “solo” profitto, ma anche sotto questa nuova lente.
Le imprese che adottano questa prospettiva, pertanto, non solo si dimostrano immerse nella contemporaneità, rispondendo alle esigenze attuali, ma costruiscono un solido fondamento per il loro futuro e la loro continuità.
Parallelamente, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDG), offrono un’agenda globale e obiettivi concreti per affrontare sfide critiche come la povertà, l’ineguaglianza e il cambiamento climatico. Integrare gli SDGs nel DNA di un’impresa non solo contribuisce al bene comune, ma crea un’alleanza sinergica tra gli obiettivi aziendali e quelli globali.
Un’impresa lungimirante, infatti, non può più prescindere dal prendere in considerazione i fattori ecosistemici e i soggetti che, a diverso titolo, gravitano intorno all’azienda e nutrono un interesse (i cosiddetti stakeholder) sono spinti a fare lo stesso.
Adottare l’approccio ESG e allinearsi agli SDGs non è quindi solo un atto di responsabilità sociale, ma un investimento strategico, con vantaggi tangibili e intangibili, nella direzione di una crescita non solo “a impatto zero”, ma di vera e propria rigenerazione.
Una rivoluzione in atto
È in atto una rivoluzione che andrà a modificare la natura stessa dell’impresa, sino ad oggi voltata esclusivamente alla produzione o allo scambio di beni o di servizi (art. 2082 cod. civ.) e al profitto, ma che ora dovrà aggiungere l’obiettivo di ristabilire un equilibrio virtuoso e armonico con l’ecosistema e il tessuto sociale in cui è inserita.
Le imprese si trovano a essere, da una parte, responsabili dell’impatto della propria attività produttiva, ma al contempo hanno intrinsecamente la potenzialità di diventare artefici del proprio cambiamento positivo e di una nuova cultura di miglioramento.
Le aziende che integrano la sostenibilità nella loro filosofia non solo migliorano la propria reputazione, ma spesso attraggono investimenti etici e conquistano la fedeltà di consumatori e talenti.
Ma cosa significa questa integrazione?
Significa inserire, nelle decisioni quotidiane che riguardano la vita e la gestione dell’azienda, considerazioni non solo economiche, ma anche sociali e ambientali.
Stimoli crescenti che arrivano da clienti (soprattutto nel mondo B2B), consumatori, istituti di credito e investitori.
E, sicuramente, un ruolo importante l’ha giocato – nell’arco degli ultimi anni – il Legislatore, soprattutto Europeo, che ha introdotto nuove normative, con limiti sempre più stringenti e obiettivi sempre più ambiziosi.
Pensiamo a:
- la Direttiva n. 2014/95 (recepita in Italia con D. Lgs. n. 254/2016) relativa alla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e sulla diversità, da parte delle grandi aziende e dei grandi gruppi societari;
- la Direttiva n. 2017/828 (c.d. Shareholders’ Rights Directive), che stabilisce obblighi di trasparenza e promuove gli accordi e impegni sostenibili e a lungo termine per l’azionariato;
- il Green Deal europeo;
- il Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile, il Regolamento n. 2019/2088 (c.d. SFDR) sull’informativa di sostenibilità del settore dei servizi finanziari e il Regolamento n. 2020/852 (c.d. Regolamento Tassomia) che istituisce un quadro di riferimento per gli investimenti e le attività ecosostenibili;
- il Piano d’azione per l’economia circolare e le proposte di regolamento relative all’ecodesign e all’estensione del diritto del consumatore alla riparazione dei prodotti acquistati nell’Unione;
- la recentissima Direttiva n. 2022/2464 (C.D. CSRD) relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità.
Soprattutto quest’ultimo strumento normativo innalza il livello di attenzione e importanza delle attività di cosiddetta rendicontazione non finanziaria, perché:
- amplia la platea dei soggetti tenuti a rendere queste informazioni al mercato (per esempio, sono comprese ora anche le PMI quotate),
- impone la raccolta di varie informazioni lungo tutta la catena del valore dell’azienda, e pertanto anche presso imprese non tenute direttamente alla rendicontazione non finanziaria. Queste si troveranno, quindi, tenute comunque a un impegno di disclosure e, soprattutto, di valutazione dei propri impatti, che necessariamente porterà ad analizzare nel profondo i propri assetti, la propria visione e il proprio Scopo;
- incentiva e prevede che anche le Piccole e Medie Imprese non quotate possano rendere tali informative su base volontaria.
Anche le imprese che oggi ritengono di non essere coinvolte da questo cambiamento, pertanto, nei prossimi tempi verificheranno concretamente come la sostenibilità sarà sempre più un argomento di filiera (e sempre meno di frontiera) e che – necessariamente – tutti i soggetti saranno tenuti a dar conto del proprio impatto (negativo e positivo).
Sostenibilità come motore di innovazione
Ma la sostenibilità non può essere ridotta a una mera questione di compliance normativa: quest’ultima è e deve essere vissuta come un’opportunità da cogliere, per considerare aspetti fondamentali per la prosperità dell’Impresa, ma che sino a questo momento sono stati tralasciati.
La sostenibilità è un motore di innovazione, fonte di nuove ispirazioni, creatività, soluzioni nuove ai problemi che attanagliano il nostro presente.
Solamente adottando un approccio e una strategia aziendale lungimiranti, abbracciando nuovi modelli di business, tecnologie pulite e processi sostenibili, è possibile rimanere competitivi in un mercato in sempre più rapida evoluzione.
Il tema della sostenibilità è molto ampio e non abbiamo la presunzione di poterlo affrontare in maniera compiuta in queste poche righe.
Sono ancora numerosi gli argomenti che possono e devono essere affrontati, dalle aziende e dai professionisti, in ottica sempre più multidisciplinare e olonica: quindi… stay tuned!