Per superare il meccanismo descritto nell’articolo precedente, si stanno adoperando in molti nel settore delle Filiere, inserendo una tecnologia di base, la Block Chain, narrando di aver risolto qualsiasi problema, in virtù di una immodificabilità dei dati inseriti.
Certo, un passaggio significativo a detrimento di coloro che, nel mondo analogico, maneggiano i carteggi in modo poco ortodosso, evitando o inquinando il tracciamento in caso di ispezione.
È sufficiente?
A parere di chi scrive è un primissimo, ma piccolissimo passo, forse dettato più da esigenze di marketing che di reale evoluzione delle Filiere.
Innanzitutto non è sufficiente l’introduzione di TECNOLOGIA: è solo uno dei 3 assi dell’innovazione che, per funzionare, deve essere armonica e comprendere anche l’introduzione/adeguamento anche degli altri 2 assi, ossia i PROCESSI e la PERSONA.
Ma non è tutto.
Anche solo restringendo il campo alla TECNOLOGIA, l’altisonante introduzione della Block Chain non è sufficiente: occorre pensare a meccanismi più puntuali, micro-fasici rispetto al processo, incrociando molti dati e stressandoli rispetto ad algoritmi di validazione.
In altre parole, non solo occorrerà l’avvio di modelli relazionali innovativi (come le Rete di Impresa, fondata su posizioni orizzontali e non verticali, a soddisfare l’asse dei PROCESSI) e la consapevolezza di utenti e addetti ai lavori (asse PERSONA) ma occorre comprendere sin da ora che di Filiere Tecnologiche ce ne sono più di una, con diversi livelli di certezza e di certificazione.